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© 2022 Marco Giuffrida

Quotidiano sospeso

L’ambiente domestico è quello che più ho imparato a conoscere in questi mesi. Non l’ho mai vissuto così, o almeno non in questa maniera. La casa, che più di tutti dovrebbe rappresentare il luogo conosciuto, sicuro, protetto, è diventato un luogo ignoto, dove ogni cosa si guarda con un nuovo sguardo, sia perché la si è vissuta per tutte le ore della giornata, cosa che difficilmente succede per i vari impegni di studio e di lavoro all’esterno, sia per il timore che, rientrando a casa, si possa tornare infettati dal virus. Il “nemico invisibile”, proprio per la sua natura, produce instabilità, paura per sé, per gli altri, soprattutto per i propri cari, e questi sentimenti -inevitabilmente -vengono riflessi sull’ambiente che maggiormente si vive. La quotidianità viene stravolta dalle notizie che si rincorrono di ora in ora e, proprio per questo, sembra che le nostre vite siano in un limbo, in attesa di una conferma di una rinnovata sicurezza nel riprendere l’abitudine delle nostre esistenze.
Ecco che la luce si fa narratrice principale delle emozioni vissute all’interno delle mura domestiche, irrompe sugli oggetti, scandisce le azioni, pone ciò che viviamo in un tempo sospeso, irreale ma, allo stesso tempo, tremendamente vero.

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